La birra Tripel appartiene alla famiglia delle birre trappiste; si tratta quindi di uno stile legato strettamente alla tradizione monastica e a quella delle birre belghe, con una lunga storia alle spalle.
Si tratta di birre chiare dal complesso profilo maltato, con un grado alcolico importante (tra 7 e 10 gradi) e con aromi e sapori fruttati e speziati.
Anche se lo stile Tripel è il più giovane tra gli stili trappisti, è uno dei più amati: le birre tripel sono nate proprio per conquistare i consumatori sempre più innamorati delle birre chiare europee.
Nonostante i birrifici trappisti autentici nel mondo siano pochi, lo stile tripel viene oggi riprodotto anche al difuori dei confini del Belgio: birrifici artigianali, abbazie, e birrifici indipendenti di tutto il mondo propongono le loro interpretazioni di Tripel.
In questa guida prenderemo in considerazione tutte le peculiarità di questo stile, e osserveremo storia, caratteristiche, composizione e curiosità sulle birre Tripel.
Prima però una breve panoramica delle nostre tripel preferite da acquistare su amazon.
La birra pioniera dello stile tripel è considerata quella del birrificio trappista Westmalle: la ricetta, invariata dal 1956, ha gettato le basi per gli standard dello stile che vengono oggi elencati dal BJCP.
Il nome tripel deriva dal processo di produzione di questo stile birrario, e si riferisce al fatto che nella produzione di questo tipo di birra veniva usato una quantità di malto tre volte superiore rispetto a quella della birra trappista standard. Ciò rendeva la birra decisamente più alcolica: Il nome era utilizzato sostanzialmente per indicare una birra più forte delle altre.
Anche se la storia delle birre trappiste ha radici molto antiche, lo stile tripel è abbastanza recente.
La prima birra tripel di cui si ha notizia è stata infatti creata dall’abbazia trappista di Westmalle “solo” nel 1934. Si trattava di una birra molto simile alla tripel attuale, e probabilmente birre di questo tipo venivano giù prodotte sporadicamente.
Si suppone che il motivo che spinse a creare una birra con questo livello di alcolicità sia da ricercare in una legge belga dell’epoca, il Vandevelde Act. Questo decreto, abrogato solo nel 1983, vietava la vendita e il servizio di bevande forti, sopratutto Jenever.
La legge non riguardava però vino e birra, quindi si decise di creare delle birre più alcoliche per assecondare la domanda di bevande forti da parte del consumatore.
Nel 1956 la ricetta fu modificata e alla nuova birra venne attribuito il nome di tripel, per indicare la sua forza rispetto alle altre birre trappiste.
La tripel di Westmalle è considerata la prima birra tripel ufficiale, e da quel momento lo stile ha iniziato a diffondersi e ad affermarsi fino a diventare, oggi, lo stile di punta tra quelli delle birre trappiste.
Il malto è l’ingrediente primario delle birre tripel. Nella ricetta tradizionale viene usato malto pilsner belga di alta qualità, che permette di ottenere un colore chiaro limpido e brillante.
Per ottenere il profilo caratteristico di una tripel è necessario aggiungere una percentuale di zucchero fermentabile, tra il 5 e il 20%. L’aggiunta di zucchero è ciò che rende le tripel croccanti, morbide e beverine, aiuta a nascondere l’alcolicità e alleggerisce il corpo.
L’amarezza nelle birre tripel è appena accennata; i luppoli più utilizzati sono il luppolo Saaz, per la finitura, e i luppoli Styrian Goldings e Tettnang, che vengono aggiunti durante l’ebollizione.
Il lievito è un ingrediente fondamentale nello stile Tripel, perché aggiunge al profilo aromatico e gustativo qualità speziate e fenoli fruttati e agrumati.
Si usa lievito ale belga, specificatamente le varietà trappiste; la fermentazione deve avvenire a temperature leggermente più elevate, quindi è importante scegliere il giusto lievito. La tripel inoltre è spesso rifermentata in bottiglia.
La risposta a questa domanda non è semplice. Il termine birra doppio malto infatti non è un termine che descrive stili di birra particolari, ma una parola che indica solo la forza alcolica della birra.
Il termine “birra doppio malto” è stato coniato dai legislatori italiani nel 1964 per indicare tutte le birre con volume alcolico superiore al 3.5% e grado plato non inferiore a 14,5. La creazione di questa categoria era finalizzata a tassare diversamente le birre in base alla loro alcolicità e non a descrivere caratteristiche stilistiche. In linea di massima quindi possiamo dire che le birre tripel sono birre doppio malto se consideriamo il grado alcolico, ma questa definizione è forviante perché può essere applicata a tantissimi altri stili e sottostili.
Questi tre stili sono considerati la “santa trinità” della famiglia trappista; tra loro ci sono differenze relative alla composizione e differenze nel profilo aromatico e gustativo.
L’ingrediente che più di tutti incide sulle differenze è il malto: nelle dubbel e nelle quadrupel viene solitamente usata una parte variabile di malto scuro o tostato. Un’altra differenza è il tasso alcolico, più elevato nelle tripel e ancora più elevato nelle quadrupel.
Le birre tripel, come le altre birre trappiste, sono tradizionalmente servite come accompagnamento alle specialità gastronomiche preparate nelle abbazie. L’abbinamento perfetto con queste birre sono quindi salumi artigianali, formaggi stagionati e semi stagionati a base di latte di pecora, capra o mucca, marmellate e mostarde.
Anche arrosti e altri piatti di carne si abbinano bene, mentre sono sconsigliati alimenti troppo delicati come pesce o crostacei.
Nella tradizione birraria belga ogni birra, a prescindere dallo stile, ha un bicchiere diverso, progettato appositamente per esaltarne i sapori.
In linea di massima possiamo affermare che il bicchere più adatto per le tripel è il bicchiere tulip, ma anche quelli tipo calice possono essere usati senza compromettere il profilo aromatico.
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