La Gose è una birra acida di grano originaria della Germania del Nord; insieme alla Berliner Weisse è l’unico stile superstite della tradizione birraria tedesca pre-lager.
Si tratta di uno stile raro, per decenni sull’orlo dell’estinzione, che negli ultimi anni è tornato alla ribalta nel panorama birrario grazie sopratutto ai birrifici artigianali di tutto il mondo.
Le caratteristiche principali delle birre Gose sono tre: la salinità, l’uso di coriandolo e l’acidità.
É una birra ad alta fermentazione, quindi realizzata con lievito Ale, ed oltre al grano viene spesso usata una piccola quantità di avena. Condivide con le Berliner Weisse anche la fermentazione lattica: è proprio il lactobacillus che le conferisce la caratteristica acidità.
In questa guida vedremo le caratteristiche principali di questo stile, scopriremo la sua avvincente storia e osserveremo la sua composizione. Infine risponderemo a tutte le domande e curiosità più frequenti su questo stile.
Prima però, una raccolta delle nostre Gose preferite da comprare online!
Le linee guida per lo stile di birra Gose sono stabilite dal Comitato di stile del Beer Judge Certification Program (BJCP). Lo stile appartiene alla categoria “Historical Beer”, che raccoglie tutti gli stili considerati quasi estinti. Per nostra fortuna la produzione delle Gose non è stata interrotta, anzi è oggi decisamente più fiorente rispetto ai decenni precedenti.
L’origine della birra Gose è legata a Goslar, una città della Germania orientale. Non è chiaro se la birra abbia preso il nome dalla città o dal fiume Gose che scorre attraverso la città, ma è probabile che l’origine risalga proprio al fiume. Come nel caso di molti altri stili di birra, è stata infatti proprio l’acqua a rendere davvero uniche le birre Gose.
La zona di Goslar era ricca di minerali, e presto le estrazioni di rame, zinco, piombo e sale si unirono a quella dell’argento.
I depositi di sale erano particolarmente ricchi intorno alla città, e ciò comportava che le acque sotterranee assorbissero un po’ di sale. Per questo motivo, quando i primi birrifici iniziarono a produrre, trovarono una fornitura d’acqua naturalmente salina.
La prima apparizione di una birra con il nome Gose sembra essere avvenuta alla fine del XV secolo, ma non ha ricevuto troppa attenzione fino all’inizio del XVIII secolo: fino al 1700 infatti nel nord della Germania la produzione di birra era sopratutto locale.
Se lo stile Gose è nato a Goslar, è cresciuto ed è sopravvissuto a Lipsia, città poco distante. Nel 1738 lo stile era diventato molto popolare, così i birrai di Lipsia iniziarono a produrre i propri lotti.
Queste birre venivano fermentate spontaneamente, e venivano consegnate alle taverne locali mentre ancora la fermentazione era in corso: una volta che la fermentazione si era un po ‘stabilizzata, la birra veniva trasferita nelle tradizionali bottiglie a collo lungo dagli osti.
Una delle particolarità delle Gose antiche era che le bottiglie non venivano tappate. La fermentazione secondaria spingeva il lievito nel collo lungo e si creava un tappo di lievito naturale.
La birra divenne molto popolare a Lipsia, così popolare che alla fine del 1800 era considerato lo stile locale di Lipsia e in città c’erano innumerevoli Gosenschänke, ovvero locande specializzate in birra Gose.
La prima guerra mondiale vide la popolarità di Gose in costante declino, e alla fine della seconda guerra mondiale l’ultimo birrificio Gose rimasto,la Rittergutsbrauerei Döllnitz, fu chiuso. Questa è stata la prima di una serie di estinzioni / revival nella storia dello stile.
Le Gose hanno avuto un breve ritorno su scala molto più piccola tra il 1949 e il 1966 grazie ad un ex dipendente del birrificio Döllnitz che iniziò la propria produzione artigianale seguendo la ricetta che aveva imparato, ma la richiesta e il volume di birra prodotti erano decisamente bassi.
Secondo lo storico della birra Ron Pattinson, la Gose ha avuto una seconda resurrezione sotto l’appassionata tutela di Lothar Goldhahn, che ha avuto l’idea di far rivivere lo stile restaurando uno delle più antiche taverne di Lipsia specializzate in Gose, l’ Ohne Bedenken.
La prima produzione di Gose supervisionata da Goldhahn avvenne nel 1985 presso gli stabilimenti di Berlino Est della Schultheiss Berliner-Weisse-Brauerei, e dal 1991 la produzione fu spostata a Lipsia.
Durante gli anni 90 la birra Gose riacquistò un minimo di popolarità nel mercato tedesco, e negli anni 2000, grazie al boom dei birrifici artigianali e il crescente interesse verso gli stili storici, la Gose si è finalmente riaffermata.
Oggi ci sono diversi birrifici tedeschi che producono questo stile e molti birrifici artigianali europei e americani propongono le loro versioni di Gose, realizzate in modo autentico o contemporaneo.
Il mix del grano per un Gose è semplice: Malto Pilsner e frumento in un rapporto di circa 40:60. Il malto Pilsner conferisce alla birra un po’ della sua caratteristica croccantezza, mentre il grano rende la birra più torbida e aggiunge alcune note fruttate.
A volte viene aggiunta una piccola dose di avena, fino a circa l’8%. Il malto acidificato potrebbe essere aggiunto come agente per inacidire la birra, ma non è il processo tradizionale di produzione.
Le aggiunte di luppolo sono minime, di solito una singola aggiunta all’inizio dell’ebollizione. I luppoli nobili tedeschi come Tettnanger, Hallertauer o Spalt sono quelli autentici, ovvero usati nelle Gose originali.
Le Gose sono birre fermentate a caldo, quindi necessitano di lievito Ale. Essendo birre acide, in alcuni casi viene utilizzata la fermentazione spontanea con ceppi di lievito Brett anche se tradizionalmente il carattere acido è dato dal lactobacillus. La fermentazione spontanea Può anche avvenire in un secondo step, e ciò implica l’utilizzo di lievito Ale tedesco nella prima fase e l’aggiunta di batteri lattici o di lievito brett nella seconda fase.
Come abbiamo visto osservando la storia di questo stile, inizialmente il sale non era un’aggiunta “consapevole”: la salinità delle Gose dipendeva dall’acqua salina del fiume Gose.
Con il passare dei secoli e con lo spostamento della produzione di Gose, sale e coriandolo sono diventati due ingredienti che vengono aggiunti alla birra alla fine della fase di cottura del mash.
Il coriandolo utilizzato dev’essere fresco e macinato appena prima di essere aggiunto, mentre per quanto riguarda il sale è possibile scegliere tra diverse varietà.
Le Gose originali venivano fermentate spontaneamente: ciò significa che il mosto veniva esposto alle condizioni ambientali e veniva spontaneamente inoculato da lievito selvatico e batteri lactobacillus.
Oggi per aggiungere i batteri lactobacillus si procede in modo diverso. Le tecniche utilizzate sono sopratutto tre: vediamole brevemente.
Questo metodo è il più semplice e prevede l’aggiunta di una soluzione di acido lattico ad uso alimentare al termine della fermentazione e prima dell’imbottigliamento. Il rischio che si corre usando questo metodo è di ottenere un gusto più tagliente e alle volte “chimico”.
Il malto acidulato è un malto pale trattato con acido lattico. Per ottenere la fermentazione lattica è possibile aggiungerlo al mash in una percentuale che va dal 10 al 15%.
Questo è il metodo tradizionale ed è quello usato da molti birrifici artigianali.
Trattandosi di un batterio, l’utilizzo di una coltura di lactobacillus potrebbe essere pericolosa se non viene usato correttamente. É quindi necessario fare particolare attenzione all’igiene e documentarsi bene.
Per inacidire il mosto possono essere utilizzate diverse tecniche, che consentono di creare un ambiente col minor ossigeno possibile per il mosto.
Anche inacidire il mosto è un operazione delicata che potrebbe portare contaminazioni batteriche indesiderate.
Si tratta di due birre che appartengono alla stessa tradizione, quindi troviamo alcuni tratti in comune, specialmente negli ingredienti, ma alcune differenze.
Entrambi gli stili contengono una percentuale di grano maltato, maggiore nelle Berliner Weisse, ed entrambi gli stili vengono sottoposti ad una fermentazione lattica che le rende acide. Le differenze invece sono che le Gose hanno un corpo più pieno rispetto alle Berliner weisse, hanno un gusto più particolare data l’aggiunta di sale e coriandolo e risultano meno acide rispetto alle Berliner Weisse.
Nonostante il nome sia simile, le differenze tra questi due stili sono diverse. Le gueuze appartengono alla famiglia delle lambic, e ciò significa che si tratta di birre belghe a fermentazione spontanea. Le Gueuze sono inoltre una miscela di lambic con invecchiamenti diversi, e ciò le rende potenzialmente tutte diverse tra loro.
Infine nelle Gueuze non è presente la fermentazione lattica: l’acidità dipende dal lievito selvatico brett e dal particolare tipo di fermentazione, detta “in vascello”.
Le Gose vengono solitamente bevute in due tipi di bicchieri: il calice o il bicchiere stange.
Il bicchiere stange è solitamente destinato alle birre Kolsh, un altro stile tedesco tipico però della città di Colonia.
Per le Gose contemporanee prodotte dai vari birrifici artigianali è possibile anche utilizzare il bicchiere Teku, ottimo per la degustazione di quasi tutti gli stili. Per saperne di più potete consultare la nostra guida ai bicchieri da birra.
Data la salinità e l’uso di coriandolo, le birre Gose sono meno versatili rispetto ad altri stili, ma possono comunque essere abbinate con una buona varietà di cibi.
I formaggi sono molto adatti, così come i piatti freschi ed estivi a base di pesce e verdure.
Ottimi anche gli abbinamenti con cibi a base di yogurt o con cibo indiano: anche se potrà sembrare strano, la Gose potrebbe ricordare il mango lassi, e ciò la rende perfetta per pietanze molto speziate o piccanti.